I 50 migliori ristoranti del mondo
LONDRA – «E’ una pazzia», grida dal palco, con il viso trasformato da emozione e felicità. René Redzepi ce l’ha fatta. Dopo il secondo posto dell’anno scorso il suo Noma, a Copenhagen, torna sul trono. Primo posto nella classifica dei 50 migliori ristoranti del mondo per la quarta volta. La sua ambizione più grande ‘’è avere più figli possibile’’, racconta al termine della cerimonia londinese, ancora ubriaco di sorpresa e contentezza.
Tra pochi mesi gli nascerà il terzo, ma guai a immaginare che la paternità sia veramente l’unica sua grande aspirazione. Redzepi è un uomo che pianifica, uno chef che sa esattamente dove vuole arrivare. Bottura, dato in corsa per il primo posto, resta terzo. Scabin esce. Sale solo Crippa «Abbiamo un piano per i prossimi quattro o cinque anni’», racconta. ‘«Il Giappone fa parte di quel piano, ma il resto non ve lo dico’».
Lo chef danese è in procinto di spostare a Tokyo la sua cucina al completo (con tanto di due lavapiatti del Gambia, per i quali procurare un visto per il Giappone si sta rivelando un’impresa alquanto difficile). ‘«Nessuno ci ha invitato, abbiamo deciso noi, anzi io, perché volevo assolutamente provare. Staremo almeno due mesi. Vedremo cosa sapremo fare con gli ingredienti locali, poi torneremo a casa’». Un uomo avventuroso, preciso e ambizioso, che si prefigge obiettivi chiari e tutt’altro che semplici, Redzepi sottolinea che è importante non credere troppo al successo . «La prima regola è quella scritta da Newton tanti anni fa. Tutto va viene, sale e scende. Non bisogna crederci piuà di tanto. E poi cosa vuol dire miglior ristorante....Qual è il colore migliore del mondo? Non si può definire. Il pasto migliore della mia vita l’ho mangiato in un piccolo ristorante di Tokyo del quale nessuno ha mai sentito parlare’». La lista di Restaurant magazine – che rappresenta gli Oscar della cucina – ha premiato tre ristoranti italiani. Osteria Francescana, di Massimo Bottura (terza), Piazza Duomo, di Enrico Crippa (29esimo) e Le Calandre, di Massimo Alajmo (46esimo). Esce dalla top50 Davide Scabin, 51esimo con Combal Zero. Bottura, che prima della cerimonia era stato dato come possibile primo posto, si è detto soddisfatto del risultato: «Siamo tra i primi cinque al mondo, è una posizione che tutti vorrebbero avere. Siamo andati bene. Dobbiamo essere felici di esserci’». Meno contento Scabin, che non ha risparmiato una critica: «I paesi che vincono, come la Danimarca, sono paesi dove è stato deciso di investire nella gastronomia e nella promozione dei ristoranti all’estero.
Da noi manca completamente questo appoggio da parte delle istituzioni». Dispiaciuto per se stesso, ma anche per Bottura. «Massimo doveva arrivare almeno secondo». Se nel 2013, la classifica aveva rivelato un nuovo baricentro della gastronomia internazionale, quest’anno si torna alla tradizione. Più del 50% della hit parade è europea. Campionessa la Spagna, con sette ristoranti tra i top 50. Torna in auge anche la Francia, con quattro, mentre l’anno scorso era praticamente assente. Mancano quasi compeltamente le donne. Solo due su 50 ristoranti. Per Bottura la ragione è «che il mestiere assorbe tutto, lavori decine di ore al giorno, sempre, non c’è spazio per nient’altro». Miglior chef donna Helena Rizzo, di Mani, a San Paolo, in Brasile.
Corriere della Sera - di Paola De Carolis