Celiachia in antica colonia
In un'antica colonia romana, in Toscana, sono state rintracciate le prime tracce della celiachia in Italia: infatti ad Ansedonia, in provincia di Grosseto, dove si trovano le rovine dell'antica città di Cosa, è stato rinvenuto lo scheletro di una giovane donna morta probabilmente per le conseguenze di questa malattia.
A riscontrarne i 'sintomi' è stato Giovanni Gasbarrini, direttore dell'Istituto di medicina Interna del Policlinico Gemelli di Roma.
Il caso potrebbe aiutare a ricostruire l'origine genetica della malattia, infatti Gasbarrini ha chiesto l'autorizzazione di prelevare un frammento di osso per studiarne il Dna alla ricerca dei 'segni' tipici della celiachia nei geni. La celiachia è l'intolleranza al glutine, la proteina comunemente presente in molti cereali.
La giovane si chiama 'Inumata della Cappuccina' (dal tipo di sepoltura in cui è stata trovata) risale probabilmente al I secolo DC e doveva avere grosso modo 18-20 anni. La ragazza doveva appartenere (come si riconosce dai 'preziosi', d'oro e bronzo, rinvenuti nella sua tomba) a una famiglia agiata eppure apparentemente morì di malnutrizione, ha spiegato Gasbarrini.
Infatti la ragazza era di bassa statura (140 cm), e presentava anomalie scheletriche, osteoporosi e fragilità ossea e dentale, tutti sintomi tipici della malnutrizione, nel caso della giovane imputabile a celiachia perché, ha spiegato il medico della Cattolica, appartenendo a una famiglia facoltosa, la ragazza sicuramente non soffriva la fame; anzi per sua sfortuna avrà potuto godere di una alimentazione ricca di cereali, che, di fatto, potrebbero essere stati la sua rovina.
La celiachia (MC), o Intolleranza al glutine, è una malattia multifattoriale che colpisce 1 su 100 individui nella popolazione europea . In Campania la prevalenza è stata stimata a circa un caso ogni 80 donne gravide E’ il risultato di una risposta immune mucosale anomala delle cellule T alle gliadina del frumento e di altri cereali tossici (orzo, segale); altri fattori tra i quali la capacità della gliadina stessa di attivare meccanismi dell’immunità innata sembrano pure giocare un ruolo importante.
La celiachia (dal greco koilía, cavità, ventre), detta anche malattia celiaca o sprue celiaca (per "sprue" si identifica una malattia cronica caratterizzata da diarrea e anemia che porta alla cachessia), è un'intolleranza permanente alla gliadina. La gliadina è la componente alcool-solubile del glutine, un insieme di proteine contenute nel frumento, nell'orzo, nella segale, nell'avena, nel farro, nel kamut. Pertanto, tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali o contenenti glutine in seguito a contaminazione devono essere considerati tossici per i pazienti affetti da questa malattia. Sebbene la malattia non abbia una trasmissione genetica mendeliana, è comunque caratterizzata da un certo grado di familiarità, dovuta sia ai geni del complesso maggiore di istocompatibilità sia ad altri geni non ancora identificati. L'intolleranza al glutine causa gravi lesioni alla mucosa dell'intestino tenue, che regrediscono eliminando il glutine dalla dieta. La reversibilità della patologia è strettamente legata alla non assunzione da parte del soggetto celiaco di alimenti contenenti glutine o comunque da esso contaminati. La malattia celiaca non guarisce: il soggetto celiaco rimarrà tale per tutta la sua vita, l'unica cura consiste nell'adozione di una dieta rigorosamente priva di glutine.