Giovanni, il principe del "fish & chips"
Lo chef Giovanni Fionda giura che il suo "fish & chips", il classico pesce fritto con patatine, può essere incluso fra i cibi "slow".
"Taste it while you are looking at the sea", assaggialo guardando il mare, dice ridendo. Siamo allo stand dello United Kingdom, il Salone del gusto ha appena aperto i battenti e già il pubblico si aggira a caccia di golosità internazionali. Nel padiglione 1, la Gran Bretagna che sei anni fa portò a Torino niente di meno che Prince Charles, adesso festeggia il suo 150° anniversario. In questo caso non di unità del Paese si parla, ma di ludici festeggiamenti per il cibo di strada per eccellenza, quel "fish & chips" che durante la pausa pranzo ha tacitato la fame di milioni di inglesi, di turisti e di studenti in visita nel Paese di Sua Maestà.
Chi meglio di Giovanni Fionda (il padre è della zona di Cassino, ma lui non parla quasi italiano) può tenere alta la bandiera del piatto tradizionale anglosassone, visto che è stato lui a guadagnarsi nel 2009 il titolo di miglior chef di "fish & chips" del Regno Unito?
"Uso il pesce Ghiga halibut e patatine da agricoltura biologica, uso olio di prima qualità. Massima attenzione agli ingredienti" assicura. Con il suo take away offerto agli invitati del Salone non si sente assolutamente in contrasto con la filosofia di Carlo Petrini e di Slow Food: "Difendiamo la nostra tradizione", dice orgoglioso lo chef con quella faccia da studente del prestigioso college scozzese di Saint Andrews.
E nessuno pensi che l'era del "fish & chips" sia tramontata, spiega ai giornalisti il console generale britannico, Lawrence Bristow-Smith: "Qualcuno sostiene che la Gran Bretagna, che recentemente si è aperta ai cibi di tutto il mondo, sta perdendo l'abitudine di consumare pesce e patatine per strada. Ma non è così. Soltanto si consuma più cibo e, anche nei paesini dove venti anni fa c'era una sola pizzeria, adesso ce ne sono venti. Ma questo vale anche per i ristoranti inglesi o quelli indiani. Semplicemente c'è più interesse per il cibo, possibilmente il buon cibo". E a chi gli contesta che non sempre le scelte inglesi in tema di alimentazione sono giudicate apprezzabili (messaggi non proprio di complimento arrivano dalla Sala Azzurra, dove il Partito Democratico parla di alimentazione criticando la scarsa attenzione degli inglesi alla qualità e l'attaccamento agli ogm), il console replica alzando le spalle: "Sa che le dico? Che cibo e politica farebbero meglio a stare separati".